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Nella stanza in fondo alla casa, una donna anziana parla e un uomo giovane ascolta. Con tre elementi in apparenza tanto semplici, Jorge Galán scrive una storia universale, antica come l'Umanità, e insieme moderna come il futuro. La memoria, il pozzo inesauribile che si alimenta allo stesso tempo dell'esperienza di chi ha vissuto molto e della necessità di sapere da parte di chi sta iniziando a vivere, dispiega qui, ancora una volta, l'irresistibile capacità di seduzione che attrae allo stesso tempo il nipote della protagonista e il lettore che avanza, aggrappato alla sua mano, attraverso un romanzo che racconta la storia di una donna, la storia di un paese, quella di tutti noi. Magdalena non è una ragazza ordinaria, ma lei stessa lo ignora finché non desidera il male di qualcuno per la prima volta. Magdalena possiede un dono nascosto, perverso, non adatto a una ragazza buona e coraggiosa come lei. Un dono crudele, perché la sua semplice volontà basta a scagliare la disgrazia sui suoi nemici, ma risulta impotente a proteggere e beneficare le persone che ama. Questa misteriosa condizione si trasforma nella chiave di un racconto che rielabora la tradizione del realismo magico per trasformarlo in una metafora del destino del Salvador, un paese piccolo e amabile, ma sottoposto alla tirannia di un'implacabile violenza che finirà per trascinare via tutto e la felicità della stessa Magdalena.